Storia in pillole:
Come promesso vi raccontiamo la storia di una bellissima ragazza vissuta a Roma agli inizi del 1600. Il suo nome era Costanza Conti. La cosa che però colpiva chiunque la vedesse, erano le sue mani e per questo era invidiata da tutte le dame di Roma. La giovane donna andò in sposa al nipote del cardinale Giandomenico De Cupis, la sua bellezza rimase tale anche dopo il suo matrimonio, al punto che, un artista di nome Bastiano, le chiese di poterne fare un calco per mostrarle a tutti nella propria bottega. Il calco divenne talmente famoso per la sua bellezza che la gente andava a vederla in pellegrinaggio quasi fosse una reliquia.
La leggenda narra che un giorno un frate, vedendo la folla ammirare quella mano, disse: “Se quella mano è umana, merita d’essere tagliata!” Sembrava, infatti, che le persone ammirassero quel pezzo di gesso più che la Santa Croce.
Costanza, religiosissima, ordinò che il calco venisse distrutto, si rinchiuse in casa per rinunciare alla vita mondana ed espiare le proprie colpe pregando e cucendo. Tempo dopo, la ragazza si punse il dito con l’ago mentre stava ricamando, la ferita si infettò e si estese rapidamente a tutta la mano e il braccio.
La mano andò in cancrena e dovette essere amputata. Non si riuscì a salvare Costanza, l’infezione era ormai in circolo e la donna morì a causa della setticemia.
Si dice che da allora, quando la luna illumina le finestre del Palazzo De Cupis a Piazza Navona, la luce che si riflette sui vetri renda visibile la figura della mano fantasma di Costanza Conti.